Cella Monastica di San Nicandro

Cella Monastica di San Nicandro

La chiesa di San Nicandro e l’attiguo monastero si trovano in contrada “Borgo”, nel punto in cui la via Sferracavalli incrocia la strada provinciale per Alvito

La struttura è quella di una tipica cella monastica.

Gli edifici, sebbene molto danneggiati, sono ancora in piedi. Il monastero, come il nome stesso sembrerebbe suggerire, potrebbe essere di origine greco-bizantina. L’ipotesi troverebbe conferma in alcuni documenti reperiti nell’archivio della chiesa della Santissima Annunziata di San Lucido (Cosenza). In seguito allo Scisma d’Oriente, con l’arrivo dei Normanni nel meridione, numerosi monasteri bizantini furono abbattuti e ricostruiti o direttamente assegnati a ordini occidentali.

Il monastero rimase in uso e una fonte, non confermata, sostiene sia stato sede di una comunità femminile non meglio definita.

La chiesa di San Nicandro è citata nei Privilegi di Papa Pasquale II del 1105 e 1113, con i quali vengono assegnati a Montecassino una serie di chiese, abbazie e castelli.

Nel 1634 l’abate di Sora Ottavio Baronio fece restaurare la chiesa. Una causa presente nell’archivio vescovile ci informa che l’abbazia di San Nicandro dal 1746 sarebbe rimasta senza frati. Questa data è probabilmente quella relativa al momento dell’abbandono da parte dei religiosi.

Nel 1777 l’arciprete di Vicalvi ribenedisse la chiesa di San Nicandro, che, nel frattempo, era stata unita alla parrocchia di San Giovanni Battista.

Nel 1846, durante una visita pastorale, il vescovo di Sora notò la chiesa in rovina e ordinò di rifarne il soffitto, installare vetri alle finestre e restaurare l’altare.

Il 19 luglio 1903 l’arciprete di Vicalvi, Luciano Celli, ribenedisse la chiesa di San Nicandro. Il 15 gennaio 1916 l’edificio fu, però, danneggiato da un incendio.

Durante la Seconda Guerra Mondiale le rovine hanno ospitato truppe tedesche, che le usarono come stalle, per poi essere depredate in occasione della ritirata.

La chiesa e gli edifici connessi sono oggi proprietà privata. Al lato sinistro della chiesa si trova una pietra con un'iscrizione funeraria.