Convento di San Francesco
Il convento di San Francesco sorge nella selva che occupa il versante settentrionale della collina che fronteggia l’abitato di Vicalvi verso sud.
Non sono chiare le origini; secondo varie tradizioni, San Francesco avrebbe dormito, durante un viaggio verso Montecassino, nei pressi di una cappella di proprietà dello stesso monastero, che poi gli sarebbe stata donata, e da cui sarebbe sorto il Convento.
Dalle fonti francescane più antiche è possibile desumere la presenza di un Convento già nella prima metà del XIII secolo.
La prima notizia certa, reperibile nel Libro Verde presso la Curia di Sora, redatto tra il 1609 e il 1632, è la consacrazione da parte del vescovo Guido della chiesa nel 1229.
Nel 1633 il duca Tolomeo Gallio fece restaurare il convento, realizzare due cappelle e sistemare la cella di San Francesco, rendendola accessibile direttamente dalla chiesa.
Nel 1730, fu ricostruita la scala d’ingresso al convento, come testimoniato dalla scritta ancora esistente sui gradini di accesso al piano superiore.
Nel 1757 Giuseppe Iacobelli, un benefattore, fece ricostruire nel convento la cappella dell’Apparizione, ampliò l’edificio e costruì il campanile.
Nel 1809, a seguito del decreto di soppressione degli ordini religiosi possidenti, furono mandati via i frati minori conventuali e il convento passò al demanio, gli arredi sacri furono consegnati al parroco di San Giovanni Evangelista e l’archivio andò perduto.
Con la restaurazione post-napoleonica, non si poté riaprire il convento che decadde e, nel 1824, l’amministratore dei Beni del Patrimonio della Diocesi fece murare porte e finestre.
Nel 1838 il convento venne acquistato dai Padri cistercensi di San Domenico di Sora, che lo resero nuovamente abitabile ed utilizzabile. Tra il 1864 e il 1866, a seguito dell’Unità d’Italia e delle nuove leggi di abolizione degli ordini religiosi, i cistercensi dovettero lasciare il convento che rimase abbandonato fino al 1895.
Il 25 novembre 1876 il sito venne acquistato dal comune di Vicalvi e, successivamente, il 9 febbraio 1895, fu comprato all’asta da Domenico Lanza e dall’ordine dei frati francescani che riscattarono la quota del Lanza. I frati eseguirono un restauro e da allora, con alterne vicende, il convento ha accolto i francescani minori conventuali che lo hanno gestito fino al 2017.
La chiesa ha una forma irregolare, conseguenza degli interventi di ampliamento. L’altare maggiore è dedicato all’Immacolata, sulla destra sono presenti le cappelle dedicate a Sant’Antonio da Padova e San Francesco, mentre quelle del lato sinistro sono state inglobate nella chiesa
Nel convento si conservano le reliquie di San Francesco: un frammento del cappuccio del suo saio, una tavola usata per posarvi il capo durante il riposo e una piccola vasca di marmo bianco (probabile reperto romano), che la tradizione vuole sia servita al Santo per spremevi il vino per la messa e che attualmente funge da base per l’altare maggiore.
Nella chiesa vi è un Crocifisso ligneo risalente al X secolo, dinnanzi al quale si tramanda fosse solito pregare San Francesco.