Il Castello

Il Castello

Il castello è certamente il più importante monumento di Vicalvi

E' stato costruito in varie fasi iniziate probabilmente intorno all’anno 1000.

La proprietà passò dai Conti d’Aquino ai Cantelmo, in seguito al terremoto che uccise gli ultimi eredi del ramo alvitano dei d’Aquino nel 1349.

I Cantelmo mantennero la proprietà del ducato di Alvito e del castello per più di un secolo fino al 1497.

Nel corso delle Guerre d’Italia il ducato passò a Joffré Borgia (1497-1506), da questi a Pietro Navarro (1506-1514) e poi alla famiglia Cardona, sotto il cui dominio, nel 1528, il castello venne attaccato dal generale francese Odet de Foix, signore di Lautrec, e, unico fino a Napoli, resistette all'assedio.

Per un breve periodo appartenne a Matteo Capua, che lo aveva comprato dai Cardona nel 1592; venne quindi ceduto nel 1597 alla famiglia comasca dei Gallio, che rimase a capo del ducato fino ai primi anni dell’Ottocento.

È stato ipotizzato che il forte terremoto del 1653 abbia danneggiato in maniera consistente l’edificio, causandone probabilmente l’abbandono e i conseguenti spogli e vandalismi.

Nel 1804 il castello, ormai un rudere, venne acquistato dalla famiglia Celli, che aveva costruito il proprio palazzo nei pressi dell’edifico, al fine di evitare ulteriori danneggiamenti e cattive frequentazioni.

Nel 1986 l’ultimo proprietario privato lo ha venduto al comune.

Il castello, nella sua struttura, si adegua alle forme della collina e assume una particolare conformazione a mandorla; presenta un fossato secco (che prende il nome di lizza) di grandi dimensioni ed è circondato da una controscarpa su tre lati. Originariamente vi si poteva accedere tramite un ponte levatoio, di cui rimane solo il pilone battiponte, mentre l’ingresso alla lizza avveniva tramite una posterula che si trova alla base della torre del rivellino. Sono presenti altre due porte difese da torri, poste su una rampa esterna alla costruzione principale, ognuna delle quali mostra una scanalatura dovuta alla presenza della saracinesca.

La maggior parte delle coperture degli ambienti è crollata: probabilmente alcune di queste erano in legno o costituite da altri tipi materiali deperibili. Degli ambienti coperti solo una parte risulta ancora visibile: un grande salone seminterrato sul lato orientale del cortile, una sala con volta a crociera sul lato nord del cortile stesso e la piccola cappella, che ospita un affresco datato 1578 e commissionato da Pietro de Leiva. L’opera rappresenta una Sacra Famiglia con San Giovannino, circondata da San Rocco e San Sebastiano. Nella lunetta superiore è raffigurato il Padre Eterno. Si notano due particolarità: lo sfondo del dipinto presenta una finestra nella quale è disegnato il panorama del lago della Posta; la Madonna, inoltre, è stata annerita successivamente con pennellate grossolane. L’artista ha, però, dimenticato di brunire uno dei piedi. I due Santi sono quelli solitamente invocati durante le pestilenze: è possibile che il dipinto risalga a uno di questi periodici eventi.

In ultimo, la grande croce rossa dipinta sulla facciata di sud-est, rivolta verso Atina e la forca di Cancello, che separa la Valle di Comino da Cassino, è stata fatta dipingere nel 1943 dai tedeschi, per segnalare la presenza nel paese di un ospedale militare, costituito requisendo alcune abitazioni nel quartiere “La Valle”.

 

Le immagini sono di Federico Morelli Photographer